Andrea Innesto Ensemble - Diary Of A Kid
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Artista | Andrea Innesto Ensemble | |||||
Titolo album | Diary Of A Kid | |||||
Etichetta | Ultratempo | |||||
Anno pubblicazione | 2015 | |||||
Tipo album | Full length | |||||
Recensore | Daniele Bello | |||||
Voto Beautiful Freaks | 7 | |||||
Recensione reperibile su | Beautiful Freaks 52 |
Recensione di Beautiful Freaks
Andrea Innesto, soprannominato “Cucchia”, è un celebre sassofonista e vocalist del panorama musicale italiano; spinto dalla passione che il padre (solista cantante di musica leggera) gli ha trasmesso fin dall’infanzia, ha studiato sin dall’età di 11 anni al conservatorio “Santa Cecilia” di Roma; ha iniziato a suonare in maniera professionale dal 1982, esibendosi al Bandiera Gialla di Rimini con un gruppo cover anni ‘60. Ha collaborato con molti artisti italiani tra i quali Patty Pravo, Loredana Bertè, Ornella Vanoni, Gianni Morandi, Steve Rogers Band ma soprattutto Vasco Rossi. Il progetto Diary of a Kid, come ci spiega lo stesso Autore, “nasce e vive volutamente di grande contaminazione negli stili e si rifà principalmente alla cultura Afroamericana con radici nel linguaggio Blues, influenze be-bop, il tutto supportato da ritmiche funk, latin jazz ed afro, con alcune influenze pop rock”. L’album è stato anticipato dal singolo È La Melodia che porta Ali, circolato presso alcune stazioni radiofoniche e disponibile sul web. L’esperimento risulta sicuramente raffinato e non privo di un certo spessore; il “Diario di un bambino” alterna grandi classici del jazz rivisitati a brani nuovi ed inediti, andando a comporre un ideale racconto musicale cronologico composto dai ricordi delle musiche che hanno formato l’universo sonoro dell’artista e definito le sue preferenze musicali (“Un tributo simbolico e riassuntivo a quei personaggi che nel secolo scorso hanno rivoluzionato il linguaggio musicale”). L’album è sicuramente apprezzabile dagli appassionati di jazz e blues, ma rischia di essere poco fruibile per l’orecchio abituato al pathos primitivo che contraddistingue la musica che si ispira alla contaminazione di stili, i cui timbri sono forse più elementari ma anche più immediati. Da ascoltare, invece, con curiosità ed attenzione è proprio la canzone “E’ La Melodia Che Porta Alì”, unico brano cantato dell’intero album, un latin jazz ricco di influenze mediorientali e mediterranee. Elegante ma freddo.