Babbutzi Orkestar - Tsupèr
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Artista | Babbutzi Orkestar | |||||
Titolo album | Tsupèr | |||||
Etichetta | Parruski & Makkeroni Production | |||||
Anno pubblicazione | 2016 | |||||
Tipo album | Full length | |||||
Recensore | Daniele Bello | |||||
Voto Beautiful Freaks | 7 | |||||
Recensione reperibile su | Beautiful Freaks 54 |
Recensione di Beautiful Freaks
La Babbutzi Orkestar nasce nel 2007 con l’idea di offrire un repertorio di musica balcanica seguendo i suoni tradizionali dell’Europa orientale. Il gruppo, che ha suonato con tanti artisti importanti come i Modena City Ramblers, Boban & Marko Marcovic e Goran Bregovic, ha fatto ballare le più importanti piazze d’Italia (Toscana, Emilia, Lombardia e Umbria) e d’Europa (Londra, Istanbul) con quella che definisce “Balkan Sexy Music”; la band, infatti, spazia tra musica balcanica e punk, passando per la musica popolare da osteria fino alla più estreme radici del folk. I suoi componenti amano raccontarsi così: “Il nostro repertorio… spazia dalle cantine serbe alle strade di Israele, fino ai mari baltici e le terre d’Oriente. I nostri spettacoli dalla natura alcolica e danzante trascinano con l’immaginazione in vecchie balere di paese o in sterminati campi con carovane, luci e colori”. Dopo “Babbutzi Orkestar” (2009), “Baro Shero” (2011) e “Vodka, Polka & Vina” (2014), la band torna nel 2016 con un nuovo lavoro discografico intitolato “Tzupèr”: secondo gli stessi artisti, esso rappresenta l’anima più rock del gruppo e nasce dall’esigenza di trovare e dare un’identità unica ed originale alla musica balkan. Per questo motivo la band decide di sperimentare ed osare, mescolando e facendo convivere suoni e generi musicali differenti con il linguaggio balcanico; questo grazie anche al supporto di ospiti importanti come Eusebio Martinelli alla tromba, il rapper Francikario e la voce teatrale di Manuel Ferreira. Questa energia esplosiva e questo spirito di allegria, leggerezza ed ironia (che caratterizzano tutto l’album) possono essere ritrovati in tutte le dieci canzoni che ispirano “Tzupèr”; ma il brano che meglio incarna l’idea del “far festa” è senz’altro “Bull beat”, parabola di un personaggio che sa divertire e divertirsi, che abbandona gli stereotipi, non si abbandona agli status e vive ogni momento per quello che è. Abbandonarsi all’ascolto di questo quarto album della band è pertanto la scusa per girare l’interruttore e far partire la giostra: per godere una gioiosa parentesi di “festa, circo, cagnara e follia!”