Bachi Da Pietra - Necroide
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Artista | Bachi Da Pietra | |||||
Titolo album | Necroide | |||||
Etichetta | La Tempesta Dischi, Master Music Records, Tannen Records, Wallace Records | |||||
Anno pubblicazione | 2015 | |||||
Tipo album | Full length | |||||
Recensore | Marco Petrelli | |||||
Voto Beautiful Freaks | 7 | |||||
Recensione reperibile su | Beautiful Freaks 52 |
Recensione di Beautiful Freaks
Mi era capitato di ascoltare i Bachi Da Pietra, e ne avevo molto apprezzato la sonorità massiccia e le ritmiche implacabili. Qui, su Necroide, la già rodata rocciosità dei bachi diventa violenza granitica sistematica. Il blues dei lavori precedenti viene ulteriormente inquinato, e i Bachi stavolta costruiscono un disco buio e pesante con i materiali eterogenei di punk e metal, non lesinando in riff unti e assassini e trucido growl vichingo. L’apertura è un manifesto: Black metal il mio folk, un pezzo monotono come un talking blues e morbosamente, parodisticamente necrofilo. Mi sembra infatti che ci sia una forte dose d’ironia in tutto questo (qualche titolo: Slayer and the Family Stone, Cofani Funebri), il che non vuol dire che i due non facciano seriamente il loro lavoro. Il disco è ricco di serissimi momenti di pura macelleria elettrica, come in Fascite Necroide, un pestaggio sonoro che s’arrampica tra blast beat e ruggiti catarrosi, raccontando dell’ingloriosa fine di Jeff Hanneman, storico chitarrista degli Slayer stroncato da un malefico ragno tropicale (o, più probabilmente, da un alcolismo galoppante). Virus del Male, una ballata elettrica piena di grunge, promette che la fine sarà frastuono, e i Bachi mantengono la parola con la successiva Feccia Rozza, un pezzaccio lurido e melmoso, da fogna. Necroide mostra paradossalmente i suoi punti di forza nelle sue debolezze. È un disco pesante, impegnativo, divertente, e studiato per esserlo. Ed è questo il problema: ascolto dopo ascolto, alcuni momenti iniziano a suonare manieristi, poco spontanei, perfettamente confezionati e quindi meno interessanti (Apocalinsect, esperimento fallito). L’idea di sperimentare con i mezzi del metal estremo è interessante, e anche lodevole, ma quando la morsa del concept si allenta il disco regala i momenti migliori. Come in Sepolta Viva, funerale voodoo maestoso e sensualissimo, il pezzo migliore dell’album. Tessiture di sassi per insetti dallo stomaco forte.