Baustelle - La moda del lento
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Artista | Baustelle | |||||
Titolo album | La moda del lento | |||||
Etichetta | ||||||
Anno pubblicazione | 2003 | |||||
Tipo album | Full length | |||||
Recensore | Nicola Casalino | |||||
Voto Beautiful Freaks | ||||||
Recensione reperibile su | Beautiful Freaks 11 |
Recensione di Beautiful Freaks
Sfogliando le intense pagine del “ sussidiario illustrato della giovinezza “ ci si imbatteva in un immaginario riempito da reggiseni che si slacciavano, da una “anti omologata adolescenza torbida“ e da provini cinematografici sexy. La formazione toscana aveva debuttato con questo gioiellino che ammicca tanto alla classe dei nobili canzonieri 60s quanto al fascino dei sintetizzatori degli anni 80. Baustelle si è poi eclissato per 3 anni, durante i quali si è rafforzata la sua identità di culto ed ha trovato la luce un nuovo album. La moda del lento è un disco da scoprire, da vivere e da gustare. Un lavoro struggente, nostalgico e sofferto. Brani che inducono l’ascoltatore a cercare di vivere le storie tormentate che vi sono racchiuse e di immaginarle all’interno di una pellicola in bianco e nero. Si apre il sipario con “ Cin Cin “, malinconica ballata adagiata sulle note di un dolce pianoforte e languori synthetizzati. “Arriva lo ye ye“ suona come un pezzo beat anni 60 rivisitato con l’aiuto di innesti elettronici. Ne “ la canzone di Alain Delon “trova spazio la freschezza malinconica del pop di Belle & Sebastian e la classe di maestri come Bacharach. L’amore per la bossa nova viene celebrato in “mademoiselle boyfriend“, scandita dalle voci suadenti di Francesco Bianconi e Rachele Bastreghi, mentre la grazia di “ EN “ viene accompagnata da una delicata base easy listening. Le tastiere tipicamente 80s colorano i toni agrodolci di “reclame“; la title track, costruita su un composto tappeto electro, ricorda “common people“ dei Pulp. Si esce dall’elegante solitudine di “bouquet“ ed ecco che Baustelle ci dà l’ “ arrivederci“: un angosciante epilogo, che sembra essere estrapolato da un vecchio e polveroso vinile, che conduce alle visioni deliranti della traccia nascosta ( “Beethoven o Chopin“). Quella del lento, è una moda tormentata, anacronistica e confusa. Prendere o lasciare.